Ma davvero siamo così dipendenti dagli smartphone?

Italia all'undicesimo posto tra i paesi del mondo in cui si usano maggiormente i telefoni
Alessandro Nodari
Alessandro Nodari
Ma davvero siamo così dipendenti dagli smartphone?

I ricercatori della McGill University in Canada hanno pubblicato uno studio sull'utilizzo degli smartphone, usando come campione una platea di quasi 35.000 persone suddivise tra 24 paesi del mondo, dal 2014 al 2020. Il documento di ricerca è stato pubblicato su Computers in Human Behaviour.

Gli utenti cinesi sono al primo posto in termini di dipendenza da telefoni cellulari, seguiti da Arabia Saudita e Malesia. Il Canada è al settimo posto, il Giappone al 15°, gli Stati Uniti al 18° e la Germania al 24°. E gli italiani? Risultano all'undicesimo posto in questa classifica.

Secondo il documento, i soggetti di questo studio sono giovani adulti, con un'età media di 28,8 anni e il 60% è composto da donne. Da quanto si evince, il problema è in continua crescita dal 2014, e questa tendenza non accenna a finire. Per quanto riguarda le motivazioni dei diversi punteggi tra i paesi, secondo i ricercatori sono dovuti a norme sociali e aspettative culturali diverse, infatti molti di questi utenti hanno la necessità di essere collegati con i loro smartphone a causa delle loro attività.

Alcuni ani fa, su Internet erano apparsi dei confronti in cui si vedeva in un paese i passeggeri della metropolitana leggere libri e giornali, mentre in Cina la maggior parte delle persone in metropolitana guardava i propri telefoni cellulari. Successivamente è stato chiarito che il Paese in cui i passeggeri leggevano i giornali non aveva una rete di telefonia mobile all'interno della metropolitana e dopo l'introduzione del 5G la situazione è cambiata radicalmente, diventando praticamente identica a quella cinese.

Per quanto riguarda l'Italia, è il primo paese europeo della lista. Difficile dare una spiegazione del fenomeno. Si può solo dire che numerose ricerche sottolineano i rischi dell'uso eccessivo di smartphone e social. Secondo Adam Alter, professore associato della Stern School of Business alla New York University la dipendenza è facilmente verificabile: «La tecnologia è disegnata per agganciarci. Le email arrivano in continuazione. Le piattaforme social non hanno fine. Twitter? Il feed non finisce mai davvero».

La notifica è la droga della vita iperconnessa.

Via: Gizchina