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Gli utenti Telegram crescono a ritmo vertiginoso, e il suo creatore ne esalta le abilità in tema privacy

Vincenzo Ronca
Vincenzo Ronca
Gli utenti Telegram crescono a ritmo vertiginoso, e il suo creatore ne esalta le abilità in tema privacy

Gli ultimi giorni sono stati particolarmente animati per le principali piattaforme di messaggistica istantanea, a partire dall'aggiornamento dei termini di servizio introdotto da WhatsApp. Chiaramente anche Telegram ne è stata indirettamente coinvolta.

Il subbuglio è stato tale da portare Durov, il creatore di Telegram, a intervenire con un conciso quanto pungente post sulla sua piattaforma. Durov ha condiviso in primis la vertiginosa crescita del numero di utenti che Telegram sta registrando negli ultimi giorni: la piattaforma ha superato i 500 milioni di utenti attivi proprio a gennaio 2021, ma nelle ultime 72 ore ben 25 milioni di nuovi utenti si sono iscritti.

Tali numeri sono impressionanti anche se comparati allo scorso anno, quando Telegram registrava in media 1,5 milioni di nuovi utenti al giorno. Il nuovi iscritti a Telegram sono distribuiti più o meno equamente attorno al globo, con quasi un terzo di loro residente in Europa.

La seconda parte del messaggio di Durov è la più pungente: il creatore di Telegram ha ribadito l'impegno nella protezione della privacy dei suoi utenti, innalzato a priorità principale della piattaforma.

Inoltre, Durov ha affermato che la crescita attuale è diversa da quella registrata nei mesi scorsi anche concettualmente: secondo lui, gli utenti "sono stufi di scambiare la loro privacy per servizi gratuiti" e che "non vogliono più essere ostaggi dai big che detengono il monopolio nel settore tech".

Infine, Durov ha accolto il gran numero di nuovi utenti con le parole che condivise nel 2018: queste si riferiscono al punto cardine nella policy di Telegram, per il quale la piattaforma non ha mai stretto e mai stringerà accordi con entità di terze parti di alcun settore per la condivisione di dati personali dei suoi utenti, con l'obiettivo di monetizzare. Durov ha infine ribadito che, sin dalla sua nascita avvenuta nel 2013, Telegram non ha condiviso un singolo byte contenente dati personali con entità di terze parti.