L'ultimo ban USA sui processori avrebbe innescato anche una fuga di cervelli da Huawei

Roberto Artigiani
Roberto Artigiani
L'ultimo ban USA sui processori avrebbe innescato anche una fuga di cervelli da Huawei

Recentemente il governo degli Stati Uniti ha esteso il ban nei confronti di Huawei, impedendo all'azienda cinese di sviluppare e rifornirsi di processori. Una delle conseguenze principali è stato l'annuncio della fine della produzione dei chip Kirin entro il 15 settembre. Oggi però, stando a un nuovo report, scopriamo anche che molti ingegneri starebbero lasciando HiSilicon di Taiwan, la sussidiaria specializzata nella realizzazione di processori.

Huawei ha recentemente dichiarato di aver messo da parte scorte di chip sufficienti per un anno, tuttavia i prossimi Mate 40 saranno gli ultimi dispositivi equipaggiati con SoC Kirin. Dopodiché, non potendo effettuare ordini presso Samsung o TSMC, il principale fornitore dell'azienda cinese, bisognerà vedere come potrà sostenere la situazione. Un conto è trovare un'alternativa software ai servizi Google, tutt'altro è costruire in casa i propri processori.

La fonte conferma che Huawei starebbe costruendo una fabbrica in Cina dove poter avviare rapidamente la produzione di processori a 45 nm, considerati però ampiamente superati (gli ultimi Kirin sono a 5 nm).

Una possibile soluzione potrebbe arrivare da Qualcomm e dai suoi Snapdragon, ma bisogna vedere se il governo USA accetterà la proposta di fornitura fatta dall'azienda americana. Ad ogni modo Huawei potrebbe svelare i suoi piani già durante la presentazione dei prossimi Mate 40.

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