Immuni è disponibile al download: via al test in quattro regioni (video)

Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
Immuni è disponibile al download: via al test in quattro regioni (video)

Immuni, l'applicazione italiana per il contact tracing, è disponibile al download su App Store e Play Store. A partire da ora, Immuni può essere scaricata in tutta Italia; tuttavia, in un primo momento funzionerà davvero solo nelle quattro regioni che faranno da test: Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia. La data scelta per l'inizio delle operazioni è lunedì 8 giugno: a partire da questo giorni, infatti, i servizi sanitari delle quattro regioni di test potranno iniziare ad utilizzare gli avvisi dell'applicazione.

Come largamente anticipato, Immuni utilizza il framework sviluppato da Apple e Google per la notifica delle esposizioni: si tratta di un sistema decentralizzato, che non conserva alcuna informazione personale dell'utente. Immuni, infati, non registra alcun dato relativo alla posizione geografica, né tanto meno nome o altri dati personali.

L'applicazione, sviluppata a titolo gratuito da Bending Spoon, non utilizza GPS, ma solo ed esclusivamente il Bluetooth Low Energy: il funzionamento è molto semplice e si basa sull'emissione e la registrazione di chiavi anonime.

L'applicazione genera dei codici alfanumerici, che identificano il dispositivo e cambiano periodicamente, diverse volte in un'ora.

Quando due persone con l'app Immuni installata si incrociano, i loro smartphone si scambiano le chiavi: questi codici, che identificano le persone incontrate, vengono conservate sullo smartphone per circa 14 giorni.

Quando una persona risulta positiva al virus, può scegliere di rendere pubbliche le sue chiavi: se una di queste si trova salvata sul nostro smartphone (il che indica che siamo stati vicini ad una persona infetta), riceveremo una notifica che ci avverte dell'esposizione.

Vignette che riassumono il funzionamento del sistema su cui si basa Immuni

I codici delle persone positive al coronavirus vengono conservati su server gestiti da Sogei, società informatica gestita al 100% dal Ministero dell'economia e delle finanze, e quindi interamente pubblica.

I codici in questione vengono conservati solo per il tempo necessario (circa due settimane) e, in ogni caso, tutte le chiavi verranno eliminate (sia dgli smartphone che dai server) il 31 dicembre 2020: insomma tutti i dati, di per sé anonimi, verranno eliminati periodicamente.

Lo scopo dell'applicazione è cercare di contrastare tempestivamente il virus, rintracciando e isolando le persone che sono state potenzialmente esposte al contagio.

Dopo la prima fase di test nelle quattro regioni designate, Immuni sarà attiva in tutta Italia entro metà giugno e sarà scaricabile da tutti i cittadini con età superiore ai 14 anni. L'utilità dell'app sarà proporzionale all'adozione da parte dei cittadini: secondo un famoso studio dell'Università di Oxford, affinché il contact tracing funzioni è necessario che il software venga installato dal 60% della popolazione. Di seguito potete trovare i link per scaricarla sui vostri dispositivi, un video esplicativo e il comunicato stampa.

Video

Aggiornamento 02/06/2020

APP IMMUNI: DISPONIBILE DA OGGI SUGLI STORE APPLE E GOOGLE

È scaricabile da oggi in tutta Italia l’app Immuni, disponibile gratuitamente negli store di Apple e Google. Si tratta di un innovativo supporto tecnologico che si affianca alle iniziative già messe in campo dal Governo per limitare la diffusione del virus Covid-19. E’ stato sviluppato nel rispetto della normativa italiana e di quella europea sulla tutela della privacy.

Dotarsi da adesso dell’app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio. I servizi sanitari regionali potranno gradualmente attivare gli avvisi dell'app. A cominciare saranno da lunedì 8 giugno le Regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia.

Tutte le informazioni utili sul funzionamento del sistema sono disponibili sul sito ​immuni.italia.it​. Si sottolinea che l’applicazione non è direttamente scaricabile via email o SMS.

Immuni serve agli utenti di telefoni cellulari per ricevere notifica di eventuali esposizioni al Coronavirus. Nell’intero sistema dell’app non sono presenti né saranno registrati nominativi e altri elementi che possano ricondurre all’identità della persona positiva o di chi abbia avuto contatti con lei, bensì codici alfanumerici. L’impiego dell’applicazione, volontario, ha lo scopo di aumentare la sicurezza nella fase di ripresa delle attività.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro della Salute, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Regioni, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e le società pubbliche Sogei e PagoPa. Base di lavoro per la realizzazione dell’app, il codice messo gratuitamente a disposizione dello Stato da parte della società Bending Spoons. Il sistema è stato sviluppato anche grazie a un'approfondita interlocuzione con il Garante per la protezione dei dati personali e riservando massima attenzione alla privacy.

Gli utenti di cellulari che decidono di scaricare l’applicazione contribuiscono a tutelare sé stessi e le persone che incontrano. Se sono entrati in contatto con soggetti successivamente risultati positivi al tampone, verranno avvisati con una notifica dell’app. Ciò consentirà loro di rivolgersi tempestivamente al medico di medicina generale per ricevere le indicazioni sui passi da compiere.

Quando le strutture sanitarie e le Asl riscontrano un nuovo caso positivo, dietro consenso del soggetto stesso gli operatori sanitari inseriscono un codice nel sistema. A questo punto il sistema invia la notifica agli utenti con i quali il caso positivo è stato a stretto contatto.

La pandemia si sconfigge soprattutto con i comportamenti individuali, lavandosi le mani, mantenendo le distanze di sicurezza e indossando la mascherina. A queste buone prassi comportamentali si aggiunge adesso l’App Immuni: un aiuto tecnologico per tenere lontano il Covid-19 da noi e dalle persone che amiamo.

Roma, 1 giugno 2020

Aggiornamento

Abbiamo parlato della notizia anche nel nostro podcast, SmartWorld News.

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