L'UE torna alla carica per standardizzare i caricatori di tutti gli smartphone (aggiornato x2)

Una sola porta per attaccarli, una porta per caricarli e nel buio connetterli
Roberto Artigiani
Roberto Artigiani
L'UE torna alla carica per standardizzare i caricatori di tutti gli smartphone (aggiornato x2)

Chi ha più anni sulle spalle ricorderà sicuramente gli andati tempi bui in cui per caricare un telefono era sempre necessario portare con sé il suo cavo. L'alternativa era vagare tra amici, colleghi e compagni di scuola per trovare qualcuno che avesse non soltanto un telefono della stessa marca, ma in alcuni casi anche lo stesso identico modello. Prima che il mercato si organizzasse attorno a uno standard unico infatti regnava il caos e ogni produttore faceva di fatto come voleva.

Da quella selva emerse l'invito dell'Unione Europea alle maggiori aziende di trovare uno standard comune per i dispositivi mobili. In questo modo abbiamo avuto prima le porte micro-USB e ora le più recenti USB-C. In tutto ciò Apple è invece rimasta sulle sue adottando solo sporadicamente le nuove type-C e affidandosi in larga parte ad uno standard diverso: Lightning.

Ora l'argomento è tornato al centro del dibattito politico nel Vecchio Continente e il Parlamento sta discutendo se rendere vincolante quello che l'ultima volta era una semplice raccomandazione.

Il discorso in realtà è rimasto nell'aria sin dal 2009, ma oggi l'obiettivo di ridurre i rifiuti tecnologici e aumentare l'efficienza ha riportato a galla la questione.

Davanti a questa possibilità Apple ha ribadito la sua posizione, forte di un miliardo e passa di dispositivi venduti e dotati della porta Lightning. Cupertino ha dichiarato infatti che obbligare l'industria mobile a dotarsi di uno standard unico bloccherebbe l'innovazione e costringerebbe gli utenti ad adeguarsi con una serie di adattatori arrivando a produrre l'effetto contrario, cioè generare più rifiuti. Insomma come sempre se l'obiettivo appare sacrosanto a noi comuni mortali, nella pratica ci sono una serie di difficoltà di cui tenere conto, che rendono la decisione meno semplice di quanto sembri.

Aggiornamento 21 gennaio 2020 ore 11:00

Il vice presidente della Commissione Europea ha specificato che l'intenzione è di rendere universali i caricatori, non si parla quindi né di cavi né di porte sui dispositivi. L'obbiettivo è che smartphone, tablet e notebook possano essere ricaricati con lo stesso strumento dotato di uno standard unico per tutto il mercato. Apple - che non è stata citata direttamente - già si è adeguata in buona parte e solamente le confezioni degli iPhone 11 contengono ancora un caricatore con attacco USB-A da 5 W.

A una lettura più approfondita, ci siamo accorti che la notizia è stata interpretata in maniera non corretta dalla nostra fonte per cui abbiamo aggiornato l'articolo e rettificato il titolo.

Aggiornamento 31 gennaio 2020 ore 19:00

Con una votazione di 582 a 40 il Parlamento Europeo ha dato mandato alla Commissione di adottare una normativa sull'obbligo del caricatore unico entro luglio. I deputati hanno identificato la necessità di intervenire urgentemente per ridurre i rifiuti tecnologici e mettere i consumatori in condizioni di fare scelte sostenibili dal punto di vista dell'impatto ambientale.

In questo senso l'esecutivo è stato anche invitato a definire un quadro normativo che venga rivisto regolarmente per assicurare che rimanga al passo con gli avanzamenti tecnologici, che sia assicurata l'interoperabilità dei caricatori wireless, che sia incrementata la quantità di cavi e caricatori riciclati dagli Stati membri. Il punto centrale rimane l'identificazione di un caricatore unico con la raccomandazione però che questo non comporti un aumento dei costi per i consumatori.