Per i dispositivi elastici ci vuole una batteria elastica (ed ecologica): realizzate le prime unità in laboratorio

Vincenzo Ronca
Vincenzo Ronca
Per i dispositivi elastici ci vuole una batteria elastica (ed ecologica): realizzate le prime unità in laboratorio

Con l'avanzamento della tecnologia stiamo vedendo i dispositivi elettronici sempre più adattabili al nostro corpo ed ai nostri contesti quotidiani. In particolare, ai dispositivi indossabili vengono sempre più richieste proprietà elastiche e resistenti. Per stare al passo, anche le batterie integrate in questi device necessitano di un'evoluzione.

In tal senso parliamo di un'interessante ricerca realizzata da un team coordinato da Markus Niederberger al Politecnico federale di Zurigo, la quale ha portato alla realizzazione di una delle prime batterie elastiche. La natura elastica della batteria è stata concretizzata grazie all'impiego di un particolare polimero elastico nella costruzione dell'anodo e del catodo della batteria. Questo particolare materiale, oltre ad avere proprietà elastiche, ha anche buone proprietà conduttive.

Il polimero è posizionato a guscio tra anodo e catodo, al suo interno sono state interposte delle sottili scaglie d'argento messe in modo tale da rimanere in contatto tra loro anche quando il polimero viene completamente stirato. Le scagli d'argento hanno la funzione di assicurare la conduzione di corrente tra i due poli della batteria.

La batteria elastica realizzata in Svizzera si basa sugli ioni di litio come le classiche batterie presenti nei dispositivi attualmente in commercio, ma riserva un'altra piccola ma rilevante differenza: l'elettrolita, ovvero la sostanza che permette il passaggio degli ioni di litio durante i processi di carica e scarica, è un gel a base d'acqua ricco di sali di litio, che implica un minor impatto ambientale in termini di smaltimento.