La carica della batteria del vostro smartphone: preoccupazione o ossessione? Uno studio prova a spiegarcelo

Vincenzo Ronca
Vincenzo Ronca
La carica della batteria del vostro smartphone: preoccupazione o ossessione? Uno studio prova a spiegarcelo

Lo smartphone è diventato un oggetto ormai quotidiano della nostra vita, e di conseguenza la sua autonomia ci influenza notevolmente. Lo smartphone ha ormai un ruolo principale in diversi spazi della nostra giornata, a patto che la batteria sia abbastanza carica da permetterci di usarlo.

Uno studio condotto da Thomas Robinson, docente della Cass Business School di Londra, ha cercato di analizzare quanto il livello di carica della batteria del nostro smartphone può influenzarci psicologicamente. L'accostamento è abbastanza logico, essendo un oggetto quotidiano ed ormai centrale della vita, un po' come il livello del serbatoio del carburante quando ci apprestiamo a fare un lungo viaggio in auto. Secondo lo studio citato, è emerso che un livello di carica alto fa sentire bene gli utenti, mentre un livello basso causa dei malumori, ansia e timori.

Un livello di carica alto suggerisce sentimenti positivi agli intervistati durante lo studio, fornendo dei buoni propositi per l'intera giornata.

Un livello di carica basso (circa il 30%) implica delle preoccupazioni su come affrontare l'intera giornata per la maggior parte degli intervistati.

Un altro aspetto particolare ed interessante emerso dallo studio consiste nel fatto che la maggior parte degli intervistati giudica le altre persone anche in base a come gestiscono la carica della batteria: chi ha un dispositivo sempre carico a metà, o quasi scarico, corrisponde ad un profilo di una persona sbadata o poco affidabile; chi ha lo smartphone sempre carico, o comunque pensa sempre a come averlo carico fino alla fine della giornata, suggerisce fiducia e affidabilità ma anche pignoleria e, al limite, ossessione.

Se foste particolarmente interessati alla questione vi suggeriamo di leggere lo studio completo di Robinson, disponibile a questo indirizzo. Vi ritrovate nelle considerazioni emerse dallo studio?