Rimodulazioni bloccate per sei mesi? Ecco cosa dice il disegno di legge
Nelle giornate di ieri e oggi, 3 e 4 luglio, gli operatori di telefonia italiani (TIM, Vodafone, Iliad, Wind Tre e Fastweb) sono stati convocati al Senato per delle audizioni in merito al disegno di legge n. 1105, che andrebbe a modificare il precedente decreto legge del gennaio 2017 per favorire una maggiore trasparenza tariffaria. Oltre a maggior chiarezza sui costi, la nuova legge prevederebbe prezzi bloccati per i primi sei mesi, senza possibilità di esser soggetti a rimodulazioni.
In particolare, la prima modifica introdurrebbe quanto segue:
“Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche non possono modificare le condizioni giuridiche ed economiche dell’offerta prima che siano trascorsi sei mesi dalla stipula del contratto, in ogni caso senza aggravio di costi o peggioramento delle condizioni economiche applicate nei confronti del consumatore”.
Come si può leggere, il disegno di legge non riguarda solo gli operatori di telefonia, ma anche PayTV e altri settori potenzialmente interessati.
Nel caso in cui la legge venisse approvata, quindi, per gli operatori sarebbe impossibile eseguire rimodulazioni per i primi sei mesi dopo l'attivazione.
Oltre questo, ci sarebbero anche altri punti che obbligherebbero gli operatori a fornire informative chiare in merito al costo finale di una promozione:
“la medesima Autorità [riferimento all’AGCOM] garantisce altresì che gli operatori dei servizi di telefonia mobile assicurino la piena trasparenza delle offerte e dei messaggi pubblicitari di cui al comma 2, garantendo una comunicazione semplice ed essenziale che faciliti al consumatore la comprensione della tariffa e del prezzo complessivo, relativo ai servizi acquistati mediante sottoscrizione del contratto di attivazione”.
[...]
“L’offerta commerciale dei prezzi dei differenti operatori della telefonia deve evidenziare tutte le voci che compongono l’offerta, al fine di consentire ai singoli consumatori un adeguato confronto. A tal fine sono vietati le offerte e i messaggi pubblicitari e informativi di tariffe e servizi proposti dagli operatori che contengono l’indicazione del prezzo finale privo, in tutto o in parte, degli oneri complessivi derivanti dall’attivazione o dall’utilizzo dei servizi di traffico voce, dati, messaggistica istantanea e dei servizi ancillari di cui al comma 2.1”.
Nel caso in cui il disegno di legge venisse approvato così com'è, se la segreteria telefonica viene attivata di default e ha un costo, questo deve essere indicato nel prezzo finale (anche se, ad esempio, la promozione è gratis per il primo mese). Allo stesso modo, andrebbero indicati chiaramente le eventuali spese per passare ad altro operatore o qualasiai altro costo "nascosto" che può influire sulla spesa finale.
Precisiamo che attualmente si tratta solo di un disegno di legge e che ci vorrà del tempo per discutere ed eventualmente approvare un simile testo. In ogni caso, non mancheremo di tenervi aggiornati sugli sviluppi.