Huawei dice che la maggior parte delle reti 5G utilizza sue apparecchiature, anche fuori dalla Cina

Il colosso cinese continua a fare affari in tutto il mondo eccetto che negli USA, dove il ban dell'azienda sta causando seri problemi ai piccoli operatori, che rischiano di chiudere.
Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
Huawei dice che la maggior parte delle reti 5G utilizza sue apparecchiature, anche fuori dalla Cina

Le reti 5G stanno iniziando a diffondersi nel mondo: in Italia sono già disponibili le prime offerte 5G di Vodafone e di TIM e, anche nel resto del mondo, gli operatori stanno iniziando a lanciare le reti di ultima generazione. E, secondo quanto riferito, molte di queste infrastrutture utilizzano apparecchiature Huawei.

Nonostante i recenti problemi con gli Stati Uniti, infatti, due terzi delle reti commerciali 5G attualmente disponibili fuori dalla Cina, impiegano hardware dell'azienda cinese: lo ha dichiarato martedì Ryan Ding, President of Products & Solutions della società.

Non contando i contratti in territorio cinese, infatti, Huawei ha già concluso 50 accordi commerciali con operatori in tutto il mondo, inclusi Corea del Sud, Svizzera, Italia, Regno Unito, Finlandia e altri ancora. Ovviamente non si tratta in tutti i casi di accordi esclusivi: ricordiamo, infatti, che un singolo gestore può lavorare con apparecchiature fornite da società diverse: in tal senso, i due grandi competitor per Huawei sono Ericsson e Nokia.

Proprio queste due aziende, che da sempre spalleggiano il colosso cinese nel campo delle telecomunicazioni, potrebbero beneficiare del ban statunitense su Huawei: secondo quanto riferito da Reuters, infatti, molti piccoli operatori americani starebbero guardando le due società europee per rimpiazzare le attuali infrastrutture di Huawei. Ma attenzione: in questo caso non si parla solo di future reti 5G, ma anche di apparecchiature già in uso, che andrebbero sostituite per rispettare il divieto su Huawei.

Tra i piccoli operatori di cui si parla ci sono Pine Belt in Alabama e Union Wireless in Wyoming: si tratta di gestori che operano in zone rurali, con margine di profitti molto bassi, che in passato avevano acelto Huawei per l'incredibile convenienza delle sue apparecchiature. Per farsi un'idea, un dirigente che ha lavorato nel settore ha riferito a Reuters che i prezzi di Huawei semplicemente non erano basati sul mercato, non avevano senso. Per dare qualche cifra, Roger Entner, analista di Recon Analytics, spiega che le offerte di Huawei e ZTE erano, in media, il 30-50% più economiche rispetto alla concorrenza.

La Rural Wireless Association (RWA), un gruppo che racchiude diversi piccoli operatori di aree rurali, stima sostituire le apparecchiature costerà tra 800 milioni e 1 miliardo di dollari. Per questa ragione, pare che gli operatori in questione avrebbero chiesto aiuti statali per sostenere le spese.

Vale la pena precisare che si tratta di piccoli gestori che mediamente vengono utilizzati solo da 50 - 100 mila persone, che si trovano in zone remote dove i grandi operatori come Verizon o AT&T non arrivano. Secondo le stime di RWA, il 25% delle apparecchiature utilizzate da queste piccole società sono hardware di Huawei e ZTE.

Considerando anche che la maggior parte di queste aziende sono gestite da dirigenti attempati che hanno bassi margini di profitto, nel caso in cui non fosse possibile sostenere economicamente il passaggio ad Ericsson e Nokia, c'è la possibilità concreta che questi piccoli operatori decidano di chiudere, lasciando senza connessione migliaia di persone nelle aree meno popolose degli Stati Uniti.

Via: TechCrunch