Rubare le vostre password studiando il consumo della batteria? Si può fare!

Le batterie sostitutive contraffatte non sono soltanto scadenti in termini di prestazioni, ma potrebbero essere utilizzate come cavalli di Troia per sottrarvi dati sensibili, servendosi dell'intelligenza artificiale.
Edoardo Carlo
Edoardo Carlo
Rubare le vostre password studiando il consumo della batteria? Si può fare!

Si dice sempre che il crimine sia sempre un passo avanti rispetto alla lotta dello stesso, ma per una volta l'immaginazione di chi si batte per la sicurezza informatica potrebbe aver battuto sul tempo gli ingegnosi malfattori.

I cyber criminali sono infatti sempre alla ricerca di nuovi metodi per sottrarre i dati sensibili degli utenti, ma i ricercatori dell'Università del Texas di Austin, della Hebrew University e dell'Istituto israeliano di tecnologia Technion hanno anticipato le loro mosse dimostrando che sia possibile ricavare, da un dispositivo mobile, dati quali le password di accesso, analizzando i consumi della batteria.

Tutto ciò che serve è l'installazione di un microcontrollore all'interno di una batteria, chiamato poi a monitorarne i livelli di potenza. Fin qui tutto molto semplice, ma anche scarsamente utile ai fini malevoli dei cyber criminali, se non fosse per l'entrata in gioco dell'intelligenza artificiale, grazie alla quale è possibile abbinare i flussi di energia della batteria a sequenze di tasti attribuibili alla digitazione delle password.

Un metodo quantomeno cervellotico e non di così semplice realizzazione, ma che comporta diversi vantaggi, come il totale aggiramento di controlli antivirus, l'assenza di tracce e la facilità di installazione. Se infatti è impossibile applicare un microcontrollare ad una batteria di fabbrica, diventa un gioco da ragazzi farlo su batterie sostitutive contraffatte, a cui spesso gli utenti si rivolgono per risparmiare rispetto ai ricambi originali.

Con l'abbandono delle batterie rimovibili, sempre più utenti assecondano l'obsolescenza programmata imposta dai produttori, preferendo cambiare smartphone non appena l'autonomia complessiva non risulti più adeguata. Chi invece è ancora spinto da una coscienza ecologista e anticonsumistica, dovrà fare ancora più attenzione alla provenienza dei ricambi che acquisterà, per non incappare in problemi più spiacevoli di semplici prestazioni scadenti.

Via: Repubblica