Apple viola un brevetto dell'Università del Wisconsin e viene dichiarata colpevole

Andrea Centorrino
Andrea Centorrino
Apple viola un brevetto dell'Università del Wisconsin e viene dichiarata colpevole

Sembra che le infrazioni dei brevetti riguardanti chip per dispositivi mobili siano il tema principale discusso in queste settimane nei tribunali statunitensi: dopo la sentenza di NVIDIA contro Samsung, anche quella di Apple contro l'Università del Wisconsin-Madison è giunta al termine, con esito sfavorevole per la società della mela morsicata.

Vediamo innanzitutto i motivi che hanno portato alla causa legale: Apple, pur non essendo riuscita ad ottenere la licenza per l'utilizzo di una tecnologia brevettata dall'Università del Wisconsin-Madison, ha comunque deciso di implementarla nei suoi chip A7, A8 e A8X, montati su iPhone 5s, iPhone 6, iPhone 6 Plus, iPad Mini 4 ed iPad Air 2.

Tale brevetto riguarda una tecnologia per un "circuito predittivo" sviluppato nel 1988 dal Prof. Gurindar Sohi e da tre suoi studenti. La giuria ha deciso che Apple dovrà pagare alla WARF (Wisconsin Alumni Research Foundation) 234 milioni di dollari: si tratta di una cifra a metà fra i 7 centesimi ad unità proposti da Apple ed i 2,74$ richiesti dalla WARF, che avrebbero portato il totale a 400 milioni di dollari.

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Per fortuna, il giudice non ha riconosciuto ad Apple il dolo, caso in cui la somma dovuta all'università sarebbe stata triplicata. Tuttavia, le accuse non finiscono qui: sembra che la WARF stia preparando una nuova causa per i chip A9 e A9X, presenti sui nuovi iPhone 6s e iPad Pro, che a quanto pare violerebbero il medesimo brevetto.

Fonte: Reuters