Dust An Elysian Tail: una splendida avventura fatta da una sola mano (recensione)

Pensate a cosa potreste fare da soli. Dean Dodrill è riuscito a fare un gioco. Da solo. E non uno qualsiasi, e nemmeno uno che sa di amatorialità. Ecco Dust: An Elysian Tail.
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Dust An Elysian Tail: una splendida avventura fatta da una sola mano (recensione)

Quella del porting mobile è una questione spinosa, specie se il prodotto originale è un po’ anzianotto. Adattare un gioco su una piattaforma dove le caratteristiche di quest’ultima non sono state sfruttate durante il periodo di sviluppo potrebbe seriamente inficiarne la qualità. Dust: An Elysian Tail, ad esempio, è uscito nel 2012 su Xbox 360 e successivamente su altre piattaforme, tutte però dotate di supporto al joypad, accessorio imprescindibile per questo prodotto. Tre anni dopo, il titolo approda su iOS: come se l’è cavata sotto il nostro torchio?

Storie di redenzione

Mettiamo in chiaro una cosa: Dust: An Elysian Tail è un gioco sviluppato da un’unica persona. A parte alcuni elementi come doppiaggio e musica, affidati a studi esterni per ovvie questioni, Dean Dodrill ha composto la sua creatura da solo, prendendosi carico della realizzazione creativa, visiva, del sistema di combattimento, della storia, insomma, di tutto: il risultato lascia senza fiato.

Non c’è un elemento in particolare che sorprende, è l’insieme dei fattori che lo compongono a stupire. Partiamo della narrazione, che in talune occasioni tocca le corde dell’anima, con sequenze spesso statiche ma sempre coadiuvate da dialoghi interessanti.

La storia narra di Dust, una volpe antropomorfa colpita da amnesia che si risveglia nel bel mezzo di un bosco. Viene poi soccorso da Ahrah, una leggendaria spada parlante, e Fidget, un simpatico esserino che veste i panni del custode dell’arma. Non c’è tempo da perdere: Dust desidera risposte su quanto accaduto, e Ahrah, che sembra esserne al corrente, suggerisce di proseguire insieme ad est, verso una delle tappe che porteranno il trio in un viaggio indimenticabile per la scena indie, non avaro di colpi di scena.

Botte da orbi

Parlando nello specifico del gameplay, Dust: An Elysian Tail abbraccia il genere dell’hack and slash a scorrimento basato quindi sui combattimenti, nel gergo videoludico il Metroidvania, tipologia che fonde gli innumerevoli scontri di gioco con un’altrettanta corposa componente esplorativa.

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Le battaglie sono sufficientemente tecniche, ma di sicuro molto spettacolari, con tante mosse (in particolare aeree) devastanti da concatenare per eliminare decine e decine di mostri a schermo. Il joypad è qui sostituito dagli swipe nella parte sinistra del touchscreen per il movimento, e dai pulsanti virtuali per i colpi leggeri, pesanti, il salto e il colpo magico di Fidget, un potere non molto potente ma che, unito ad un attacco pesante, può scatenare una pioggia di proiettili eteri contro i nemici.

Le animazioni che supportano le movenze del protagonista, poi, sono fluidissimea dir poco eccezionali, e restituiscono un feeling concreto durante gli scontri. Passerete gran parte del tempo di gioco a fare a fettine i mostri delle varie zone, raccogliendo oggetti ed esperienza, utile a potenziare le proprie statistiche a scelta tra quattro parametri.

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Dobbiamo ammettere che il gioco calca troppo la mano sulle battaglie, tanto da far nascere un po’ di ripetitività soprattutto perché l’avventura è piuttosto longeva, ma il problema viene addolcito dalla narrazione esponenzialmente appassionante.

È musica per le orecchie

Riallacciandoci al discorso sull'esplorazione, i livelli che compongono l’avventura sfoggiano un level design per nulla banale, presentando segreti e varietà in giuste dosi. Si presenta il backtracking, come in ogni titolo del genere, ma non è mai così eccessivo da risultare asfissiante.

Purtroppo l’operazione di porting ha sporcato diversi elementi del gioco originale, tra cui una resa grafica altrimenti impeccabile, che ha abbassato la definizione generale. Il gioco può però vantare dei personaggi e ambientazioni quasi disneyiane, dove il brio dei colori conferisce all’aspetto visivo una indole da cartone animato.

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Per quanto si noti lo sforzo dello sviluppatore nell'adattamento, i controlli non garantiscono sempre quella affidabilità che ci si aspetta in un gioco d’azione, un difetto che, unito ai (pochi) problemi originali della produzione, potrebbe allontanare più di un interessato al riguardo. Il gioco è però venduto a soli 5,99€, una cifra piuttosto onesta se si considera che il costo per le versioni PC/Console è quasi il triplo (anch'esso onestissimo, a dirla tutta).

Piccola menzione d’onore per la colonna sonora, prodotta da HyperDuck SoundWorks, che possiamo definire una delle più belle in assoluto sulla scena indipendente (ascoltate la magia di questa traccia), ben amalgamata con le atmosfere del gioco.

Concludiamo con un problema piuttosto frustrante riguardo alla formattazione del testo (tradotto in italiano) all'interno del gioco, spesso mal inserito all'interno del riquadri, con tanto di assurdi spazi mancanti e lettere accentate sostituite con asterischi, lacune probabilmente date dal cambio di risoluzione (e di piattaforma) che speriamo vengano risolta al più presto.

Giudizio Finale

Dust: An Elystian Tail è un diletto per gli occhi e per l’orecchie, una squisita, piccola perla di rara bellezza che ogni videogiocatore amante del genere non dovrebbe lasciarsi sfuggire, a maggior ragione se si considera che l’intero prodotto è stato creato e realizzato da una sola persona. In ogni caso, sebbene l’impegno ci sia stato, non si può però certo dire che il lavoro di porting sia impeccabile, in particolar modo nel lato controlli.

Tuttavia, l’avventura di Dean Dodrill è davvero splendida, e merita di essere giocata.

PRO CONTRO
  • Un delizioso, fluidissimo cartone animato...
  • Combattimenti spettacolari
  • L'esplorazione premia e gratifica
  • Colonna sonora strepitosa
  • Prezzo congruo all'offerta
  • ...peccato che la versione mobile soffra un po' nella risoluzione
  • I controlli non sono sempre all'altezza delle situazioni
  • Una certa ripetitività di fondo
  • Testi a schermo spaginati