Transistor: una spada per amica (recensione)

Emozioni, battaglie, narratori coinvolgenti, scorci incantevoli: è tutto ciò che di buono vuole offrire Transistor. Ecco la nostra recensione.
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Transistor: una spada per amica (recensione)

Supergiant Games è la software house indipendente che nel 2011 ha sviluppato quel piccolo capolavoro di Bastion. La sua distinta personalità narrativa, insieme al gameplay strutturalmente semplice ma squisitamente dinamico, portarono il prodotto dell’azienda di San Francisco sul podio dei migliori giochi usciti in quell’anno. Un successo definibile come un’arma a doppio taglio: se da un lato i ragazzi di Supergiant Games potettero stappare spumanti dalla felicità, dall’altro sarebbe stato difficile raggiungere nuovamente quelle vette. A distanza di quattro anni (tre, se consideriamo l’uscita originale e non il porting mobile), la software house della California ci riprova con Transistor. Il risultato? Scopritelo insieme a noi.

Tenore di vita

Immaginate di perdere il vostro più grande talento, e ipotizzate di avere una spada come unica compagna, capace di assimilare i poteri delle persone morte. È questo l’incipit di Transistor, un titolo che racconta una storia di vendetta tramite la sola voce del narratore (o quasi).

Non vogliamo anticiparvi troppo, anche perché il titolo vi butta immediatamente nell’azione, senza spiegare bene le vicende accadute.

Transistor 2

Tutto è avvolto nella nebulosa, e non aspettatevi che pian piano questa si dissolva: i dettagli vengono svelati sconnessi tra loro e molto lentamente, ma alla fine dell'avventura avrete un quadro abbastanza chiaro sulla situazione che, vi assicuriamo, colpisce al cuore.

È uno stile però originale quello scelto per la struttura narrativa, sicuramente riuscito grazie ad un preciso messaggio allegorico di fondo, ma che ha perso un po' di quello smalto introdotto da Bastion. Si parla ancora una volta di distopia, concetto piuttosto abusato nell’universo dell’intrattenimento degli ultimi anni, in particolar modo in quello cinematografico, che qui tuttavia viene reso più fresco da una ambientazione futuristica unica e a dir poco evocativa.

Transistor

La caratterizzazione dei personaggi, d'altro canto, non gode della stessa cura conferita alle modalità di narrazione, eppure l’atmosfera che si respira appare convincente, con una direzione artistica ispirata che alterna tinte scure puramente cyberpunk, a colori a tratti vivaci ma mai fuori contesto, senza poi contare la colonna sonora di altissimo livello, che probabilmente tornerete a riascoltare più e più volte su Youtube dopo aver terminato il gioco.

La fanciulla dai capelli rossi

Sono però le battaglie a rivestire un ruolo centrale all’interno di Transistor. I movimenti e gli attacchi vengono interamente eseguiti tramite tocchi su touchscreen e puntamento diretto. Durante i combattimenti non è possibile utilizzare un attacco base, ma solo ed esclusivamente una delle quattro abilità disponibili, che poi possono essere concatenate con la modalità Turn(), la quale blocca il tempo e permette una pianificazione dei colpi. Sarete dunque liberissimi di scegliere l’approccio ideale tra quello puramente action e il tattico, ma è il gioco stesso ad invitare l’alternanza tra i due grazie a nemici con pattern di attacchi ben diversificati.

Buono anche il sistema di personalizzazione, che permette di mescolare le abilità ottenute lungo il gioco sia in modalità attiva, inserendole appunto nella barra delle quattro disponibili, che in modalità passiva incastonandole nelle attive, garantendo a queste ultime effetti extra. Salendo di livello si può ampliare il proprio bacino di capacità a scelta tra una rosa di skill che spaziano da quelle puramente di danno ad altre di utilità.

Transistor

L’azione, dunque, è gestita bene, le battaglie sono sufficientemente stratificate e si combatte che è una bellezza, peccato che la modalità Turn() non sia stata sfruttata a dovere nella creazione di enigmi dedicati atti a spezzare l’eventuale monotonia che può portare la linearità dei combattimenti, un elemento che purtroppo ci ha fatto storcere il naso.

Tuttavia, Transistor è un titolo solido, che consigliamo di giocare esclusivamente su iPad e non su un iPhone a causa, ovviamente, della dimensione dello schermo, che nel caso dello smartphone può essere qualcosa di davvero problematico nelle fasi più concitate. Concludiamo con una nota sul prezzo: il titolo è prezzato a 9,99€ su App Store, senza acquisti in-app, una cifra impopolare per un gioco mobile. Tuttavia, c’è da considerare che, oltre ad essere una produzione di alto livello, la stessa è disponibile su Steam a 18,99€.

Giudizio Finale

Transistor è un’avventura evocativa dal gameplay più raffinato e dal comparto narrativo decisamente più maturo rispetto al suo predecessore spirituale.

Una maggiore caratterizzazione dei personaggi e un gameplay un pelino più variegato avrebbero portato questo titolo sulle vette videoludiche dei capolavori mobile. Per come è ora, l’ultima fatica di Supergiant Games è un ottimo gioco di ruolo d’azione, imperdibile per gli amanti del genere.

PRO CONTRO
  • Direzione artistica suggestiva
  • Sistema di combattimento robusto e stratificato
  • Colonna sonora da brividi
  • La modalità Turn() è un'occasione mancata per certi versi
  • Poca caratterizzazione nei personaggi

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