Bears Vs. Art: orsi e arte non vanno d'accordo (recensione)

Dai creatori di Fruit Ninja e Jetpack Joyride arriva Bears Vs. Art, un vivace rompicapo che si beffa del lato artistico "estremista".
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Bears Vs. Art: orsi e arte non vanno d'accordo (recensione)

Per quanto una figura di grande cultura del mondo artistico possa esercitare autorità, e per quanto questa possa trasmettere stimolanti nozioni, ci mettiamo la mano sul fuoco che, almeno una volta, avete pensato che il flusso di parole dette per informarvi circa un’opera, seppur splendidamente concatenate, fossero solo una montagna di (termine censurato). Bears Vs. Art si prende gioco di quel lato dell’arte così radical chic da vedere messaggi nascosti in composizioni che, in realtà, non ne hanno.

L'orso del museo blu

Abbiamo volutamente omesso un dettaglio importantissimo nell’intro: questo titolo è stato sviluppato da Halfbrick Studios. Questi ragazzi sono considerati da molti dei padri del mobile gaming, con quel Fruit Ninja che tanto fece impazzire gli amanti dello spirito arcade, senza poi dimenticare Jetpack Joyride, il one-button-game per antonomasia.

Bears Vs Art (2)

In Bears Vs. Arts, lo studio australiano ha voluto abbandonare un po’ l’azione dei suoi precedenti lavori per qualcosa di più ragionato: infatti, il titolo in questione è un rompicapo, che però non disdegna la vivacità.

Quest’ultimo aspetto viene introdotto da un incipit che racconta la storia di un povero orso a cui è stata distrutta la dimora, una foresta, per la costruzione di un museo. Arrabbiato per l’orribile accaduto, egli decide di distruggere ogni singola opera artistica del luogo.

Il gameplay si traduce in un puzzle game dove l’obiettivo è, appunto, rompere ogni quadro presente nel livello per procedere nell’avventura. Il format degli stage più ricorrente è quello di completare il livello utilizzando un determinato numero di mosse ma, dopo un paio di puzzle, il gioco sfoggerà un certo assortimento di obiettivi diversi.

Bears Vs Art (1)

Ci si può muovere a raggiera in otto direzioni, visibili sullo schermo, e l’orso si fermerà non appena si imbatterà in un ostacolo. I quadri sono posizionati sulle pareti e, una volta approcciati, partirà un semplice minigioco a swipe forsennati in stile Fruit Ninja, inserito più che altro come omaggio.

Storia dell'arte a modo mio

I primi stage sono solo di riscaldamento, ma presto l’avventura inizierà a prendere forma, lanciandovi contro decine di varianti al fine di movimentare il design dei puzzle: da portali a guardie con coni visivi, fino ad arrivare a raggi laser, spine e altre diavolerie sempre ben contestualizzate nel gameplay.

La risoluzione dei vari enigmi è quasi sempre lineare e mai troppo complessa, eccezione fatta per alcune impennate di sfida nell’ultima parte di ogni mondo. Sono presenti comunque molti servizi che facilitano l’esperienza, come costumi aggiuntivi potenziabili che aumentano le proprie statistiche e salti di livello giornalieri qualora le cose si dovessero mettere male.

Peccato che gli sviluppatori abbiano deciso di inserire un fastidioso sistema ad energia piuttosto avaro, che si adatta più ad un gaming frazionato durante la giornata piuttosto che a sessioni lunghe. È possibile conviverci in quanto si può giocare tranquillamente senza spendere un centesimo, ma l’avventura è talmente scorrevole che questo limite ve lo farà notare più di una volta. Niente paura, però: acquistando la licenza Vip (circa 7€) potrete eliminare l’energia.

Piccola nota per quanto riguarda il comparto audiovisivo, coloratissimo e ben costruito, ma non così accattivante come altre produzioni dell’azienda. Adorabile invece l’humor delle scene di intermezzo ("sporcate" da una traduzione in italiano deficitaria), piene di riferimenti al mondo videoludico e artistico, con tanto di frasi tipiche di viziati miliardari.

Concludiamo col dirvi che il titolo è scaricabile gratuitamente dai rispettivi store iOS e Android, ma sono presenti numerosi acquisti in-app opzionali a farcire il tutto.

Giudizio Finale

Forse non gli farà riottenere la corona né lo scettro di software house di gaming mobile più importante, ma quello svolto da Halfbrick in Bears Vs. Art è un lavoro ben orchestrato. Non punta in alto, eppure quello che promette lo fa bene: l’ultimo lavoro dell’azienda australiana è al contempo uno scorrevole rompicapo e un solido passatempo. Francamente? Ci sta bene così.

PRO CONTRO
  • Buona varietà di livelli
  • Gameplay scorrevole
  • Humor azzeccato
  • Noioso sistema ad energia
  • Gli acquisti in-app sono abbastanza costosi
  • Traduzione in italiano lacunosa

Mostra i commenti