Phil Schiller: rispetto al Face ID, tutti gli altri sblocchi col volto "fanno schifo"

Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
Phil Schiller: rispetto al Face ID, tutti gli altri sblocchi col volto "fanno schifo"

Lo sblocco con il riconoscimento del volto esiste da un bel po' sugli smartphone, ma è innegabile che l'iPhone X abbia segnato una pietra miliare per questa tecnologia: a differenza di quanto già visto sui dispositivi del passato, infatti, il Face ID del top di gamma Apple utilizza una gran quantità di sensori che creano una vera e propria mappa 3D del volto, permettendo un sistema di autenticazione biometrica ancor più sicuro delle impronte digitali (almeno stando a quanto dichiarato).

Ovviamente, Apple ha sempre lodato la sua nuova tecnologia, facendo emergere in più occasioni che il Face ID è qualcosa di molto diverso rispetto a quanto già adottato da alcuni produttori Android. A tal proposito, Phil Schiller non si è perso in giri di parole e, intervistato dal protale olandese Bright.nl, è andato dritto al punto: rispetto al Face ID, i sistemi di riconoscimenti di volto o iride della concorrenza fanno schifo (They all stink).

Il Senior Vice President della divisione marketing della mela ha aggiunto anche qualche dettaglio in più, spiegando che nessuno dei sistemi presenti sul mercato funziona come Face ID: a Cupertino avevano bisogno di una tecnologia che potesse sostituire il Touch ID per lo sblocco del dispositivo e l'autorizzazione dei pagamenti Apple Pay. Per questa ragione il Face ID spicca per sicurezza e ha un'implementazione unica, tramite un gran numero di sensori che lavorano insieme.

Inoltre, durante l'intervista Schiller ha precisato che la mappatura del proprio volto non viene concessa a terzi: Apple non passa queste informazioni a sviluppatori o altre aziende esterne, ma fornisce delle API che permettono ai developer di interfacciarsi con la faccia degli utenti senza aver accesso ai relativi dati.

Nel resto dell'intervista, che vi consigliamo di leggere integralmente dal link in fonte, Schiller parla di realtà aumentata e realtà virtuale, spiegando che queste tecnologie hanno le potenzialità per cambiare radicalmente qualsiasi titologia di software.

Secondo Schiller, in futuro avrem a che fare sia con AR che con VR, poiché ognuna delle due ha le sue peculiarità e i suoi punti di forza: per il momento Apple si è concentrata sull'AR per il mobile, sviluppando ARkit, mentre per la realtà virtuale la società ha intenzione di realizzare un'estensione per macOS che permettrerà ai developer di lavorarci su.

Infine, Schiller si è scusato per i ritardi di HomePod, lo speaker smart della mela che era stato annunciato per dicembre per USA, Regno Untio e Australia ma che verrà ritardato ai primi mesi del 2018, e ha ribadito quanto conti per l'azienda il motto Think different, eredità lasciata dallo storico leader Steve Jobs che ancor oggi viene indicato come mantra da seguire per sviluppare prodotti fuori dagli schemi.

Via: GizChina
Fonte: Bright