La battaglia per la realtà aumentata è iniziata, ma Apple parte in vantaggio

Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
La battaglia per la realtà aumentata è iniziata, ma Apple parte in vantaggio

Non è passato poi troppo tempo da quando si è iniziato a parlare di Project Tango ma, nonostante le ottime prime impressioni, è diventato presto evidente che quella tecnologia innovativa e rivoluzionaria sarebbe rimasta solo un giochino per pochi nerd, considerando che per eseguirla era necessario utilizzare un hardware fin troppo specifico e disponibile esclusivamente su due soli dispositivi (Lenovo Phab 2 Pro e ASUS ZenFone AR).

Per dare davvero un senso alla realtà aumentata e far sì che diventi un settore in cui investire, bisogna portare questa tecnologia alle masse: lo ha subito Apple, che a giugno ha annunciato che con iOS 11 sarà disponibile ARKit, il kit di sviluppo per l'agumented reality che promette grandi possibilità. La risposta di Google non si è fatta attendere troppo e giusto ieri abbiamo parlato di ARCore, l'SDK per la realtà aumentata di Big G già compatibile con Google Pixel e Galaxy S8, che entro l'inverno dovrebbe essere disponibile per oltre 100 milioni di dispositivi.

Anche ARCore sembra promettere benissimo

Ma mentre Google annunciava finalmente di avere una piattaforma per l'AR che non richiede specifiche hardware particolari, Apple stava invitando alcuni dei portali più importanti del settore (The Verge, CNET Mashable, tra i tanti) a provare con mano quel che gli sviluppatori avevano già realizzato con ARKit.

All'incontro in questione, tenutosi due giorni fa al campus di Apple a Cupertino, si trovavano anche alcune grandi aziende che hanno già iniziato a lavorare con l'agumented reality della mela, tra cui Ikea, The Food Network, AMC TV, Giphy e tanti altri.

I colleghi statunitensi che hanno assistito alla presentazione non hanno dubbi: la realtà aumentata di Apple è già pronta, sembra sorprendentemente stabile e andrà solo a migliorare: durante l'evento, è stato possibile testare la nuova app Ikea che permette di vedere come starebbero i mobili del catalogo nel proprio salotto, combattere i morti viventi di The Walking Dead nel giardino di casa, inserire particolari GIF in tre dimensioni nel mondo reale con l'app Giphy World o vedere i pupazzi di libri per bambini prendere vita.

Giphy World. GIF di Morgan Little/CNET

Insomma, sembra proprio che la realtà aumentata sia qui per restare e potrebbe rappresentare il futuro delle applicazioni mobile, che si parli di giochi (qualcuno ha detto Pokémon GO?) o utility varie

D'altra parte, non sarà certo un'esclusiva di Apple: i giornalisti che hanno assistito alla demo di Google si sono detti piacevolmente sorpresi da ARCore che, come il rivale, è già in grado di mappare e tracciare la realtà circostante per piazzare elementi aggiuntivi ben contestualizzati nella realtà circostante.

Ma come abbiamo precisato già dal titolo, la vera differenza tra i due è che Apple parte in netto vantaggio: il 12 settembre si terrà la presentazione in cui verrà svelato iPhone 8 e, pochi giorni dopo, iOS 11 verrà rilasciato al grande pubblico, probabilmente con tante app in realtà aumentate pronte per essere scaricate.

D'altra parte, sul mercato ci sono già milioni di dispositivi pronti  ad utilizzare le app che utilizzano ARKit: quest'ultimo, infatti, è compatibile con tutti i dispositivi che utilizzano un SoC Apple A9 (e superiori) e iOS 11.

Riassumendo, già tra qualche settimana le app in realtà aumentata potranno essere utilizzate da tutti gli utenti che hanno iPhone 6s e superiori o qualsiasi iPad Pro.

Al contrario, ci vorranno ancora un po' di mesi prima di poter testare con mano i primi software sviluppati con ARCore: Google sta lavorando con ASUS, Huawei, LG e altre società per rendere compatibili sempre più dispositivi e accelerare i tempi, ma saremo fortunati se riusciremo ad avere qualcosa di tangibile entro fine anno. Nel frattempo, gli utenti Android che vedranno i propri amici con iPhone divertirsi con puzzle game in realtà aumentata, non potranno far altro che voltarsi dall'altra parte.