The Greedy Cave: la pazienza è la virtù dei... ricchi? (recensione)

Pronti a mettere a dura prova la vostra pazienza? Ecco la nostra recensione di The Greedy Cave.
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
The Greedy Cave: la pazienza è la virtù dei... ricchi? (recensione)

In un paesino lontano vivono quattro persone che a malapena si conoscono tra loro. C’è una guardia che si domanda sempre che fine abbiano fatto le ragazze del quartiere; pensate un po’, l’unica donna della città è una vecchia strega dal passato misterioso; infine, in un piccolo anfratto, c’è un fabbro che, potremmo giurarci, non ha mai aperto bocca. Poi, solo poi, c’è il nostro eroe. Signore e signori, questo è The Greedy Cave.

Essenziale

The Greedy Cave è un dungeon crawler classico, privo di tutti gli orpelli tipici dell’ambiente mobile, almeno nel gameplay. Niente lobby online, né character design esagerato o mosse sgargianti, solo e soltanto un’impalcatura di gioco piuttosto sfaccettata, anche fin troppo se si considera la filosofia del gaming su smartphone e tablet.

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Si inizia creando il proprio eroe, scegliendo tra una discreta varietà di visi e capigliature. L’avventura poi ha subito inizio: un paio di tutorial non troppo esplicativi introducono alla formula di gioco, che racchiude la sua natura nel titolo stesso.

The Greedy Cave è infatti una enorme caverna da esplorare, dove il giocatore deve farsi strada a suon di fendenti per giungere sempre più in profondità. Le aree sono generate in maniera procedurale, dunque ogni partita sarà diversa dall’altra.

Ci si muove semplicemente tramite puntamento diretto e, nel caso un mostro dovesse sbarrare la strada, bisognerà farlo fuori toccandolo. Così facendo, si avvierà la sequenza di combattimento, gestita in automatico, il cui risultato è influenzato dalle statistiche dell’eroe e del nemico. Tenendo un dito premuto su quest’ultimo, prima di iniziare la battaglia, è possibile visualizzare le debolezze e le caratteristiche dell’avversario.

Peggio del venerdì nero

Gran parte del divertimento del genere proviene dalla raccolta compulsiva di nuovi oggetti, e The Greedy Cave non fa eccezione: armi, armature, pozioni, incantamenti, ce n’è per tutti i gusti, ma non è così semplice collezionarli.

Parlando più nello specifico, tutto l’equipaggiamento ottenuto durante una sessione di gioco viene eliminato una volta tornati in città, a parte quelli benedetti.

Alcuni santuari sparsi in rare occasioni sulla mappa, infatti, consentono di benedire un singolo oggetto, cosa che permette al giocatore di conservarlo.

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Tuttavia, la costruzione del personaggio non si ferma alla sola acquisizione di armi e armature: sconfiggendo i mostri si sale di livello e si ottengono punti speciali per incrementare a proprio piacimento le dieci statistiche del personaggio. Investendo questi punti è possibile, inoltre, sbloccare anche abilità passive e attive, alcune delle quali si sono rivelate praticamente obbligatorie per proseguire in determinati frangenti.

Di conseguenza, bisogna passare ore ed ore a potenziarsi, proprio come nella maggior parte dei dungeon crawler: peccato che ci siano alcune scelte strutturali a dir poco opinabili.

Innanzitutto, nel caso il vostro alter-ego virtuale morisse, tutta l’esperienza accumulata in quella sessione andrebbe persa.

L’unico modo per conservarla è cercare una pergamena del rifugio, che appunto permette di fuggire dal sotterraneo per tornare in città. Il problema principale sta nella imprevedibilità del ritrovamento di questa pergamena, visto che in media si può superare tranquillamente la mezz'ora di gioco prima di poterne trovare una, rischiando sempre di poter morire e perdere tutto ciò che avevate guadagnato.

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La struttura quindi non si sposa egregiamente con il mobile gaming, la quale cerca di emulare il gioco di ruolo nella sua veste più hardcore.

Sarebbe pure un pregio agli occhi degli amanti della sfida, se non fosse per la netta presenza degli acquisti in-app che agevolano non di poco l’avventura, che è venduta a 99 centesimi.

L’economia di gioco, tra l'altro, è leggermente influenzata dagli in-app purchase: infatti, le missioni generate casualmente per l'ottenimento di valuta extra, che sarebbero la fonte principale di ricompense, vertono su obiettivi lunghi e talvolta un po' tediosi, e i compensi in monete e gemme (premium) sono pure piuttosto bassi.

Si può comunque procedere senza particolari intoppi, specie dopo aver passato le prime ore di gioco, sicuramente le più dure, ma molte scelte semplicemente non ci sono andate giù nel contesto in cui è stato studiato.

Infine, il comparto estetico si ispira molto a Don’t Starve, con simpatiche figure caricaturali realizzate a mano che, seppur non originalissime, risultano essere ben disegnate. Da segnalare, inoltre, una traduzione in inglese vittima di errori grossolani che necessita di una sistemazione immediata per una migliore fruizione dell'esperienza.

Giudizio Finale

The Greedy Cave è un buon dungeon crawler che non farà cambiare idea ai detrattori del genere, anzi. Alcune decisioni nell'impalcatura di gioco lasciano l’amaro in bocca anche a chi lo ama. Un vero peccato ma, al netto dei problemi segnalati, il titolo di Avalon Games sa regalare le sue soddisfazioni.

PRO CONTRO
  • Tantissimi oggetti da collezionare
  • Sviluppo del personaggio molto valido
  • Parecchio longevo
  • Traduzione in inglese lacunosa
  • Alcune opinabili scelte strutturali
  • A pagamento e con acquisti in-app

Presto disponibile anche su Android