Crashlands è bellissimo. Ecco perché (recensione)

Crashlands è un riuscitissimo miscuglio videoludico dallo spiccato senso dell'umorismo. Ecco la nostra recensione.
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Crashlands è bellissimo. Ecco perché (recensione)

Dietro le righe di codice di Crashlands si nasconde una storia di sviluppo ispirante. Butterscotch Shenanigans è infatti un team composto da tre fratelli, uno dei quali, Sam Coster per l’esattezza, ha dovuto combattere contro due diverse, e tremende, forme di tumori durante il corso del 2013. Crashlands sarebbe dunque dovuto essere il suo lascito videoludico in cui avrebbe riversato tutto, ma proprio tutto ciò che aveva in mente dal primo istante del suo inizio di carriera da game designer. Così è stato. Solo che, a sorpresa, lui è ancora qui con noi. Il buon Sam ha vinto la battaglia contro la malattia ed è pronto a godersi i meritati frutti del suo lavoro, e signore e signori, che lavoro!

Nelle terre selvagge

Abbiamo passato ore tra le misteriose lande di Crashlands e la sensazione di non aver visto ancora abbastanza per parlarvene ci attanaglia l’animo mentre scriviamo queste parole.

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Se dovessimo però trovare un elemento di assoluto pregio per cui vale la pena giocarlo senza addentrarsi nella (apparente) complessità strutturale tramite la nostra analisi, è che ogni secondo, ogni minuto vissuto sull'ultima fatica di Butterscotch Shenanigans ricompensa il giocatore in qualche modo. Che sia un nuovo tele-trasportatore scoperto, o una raccolta compulsiva di reagenti, il gioco cerca sempre di dare un senso anche alle più piccole delle sessioni: ma di cosa si tratta esattamente?

Sebbene possa essere inserito in un sottoinsieme del genere dei sandbox, Crashlands non è tuttavia riconducibile direttamente al filone dei vari Minecraft o Terraria.

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Il titolo in questione è un’avventura, con elementi Action e RPG, che implementa un ampio sistema di crafting coadiuvato da uno studio dei tutorial e dell’interfaccia assolutamente encomiabile, che traina l’utente attraverso le varie possibilità di gioco, senza risultare troppo dispersivo. Ottimo anche l'assetto dell’inventario, che si organizza in automatico ogni qual volta si ottiene un nuovo oggetto.

L'unico appunto negativo è rivolto all'impossibilità di analizzare le ricette all'infuori della propria base.

Storie di camion intergalattici

Soffermiamoci un attimo sull'ambientazione e conseguente aspetto narrativo di Crashlands: nell'universo si vestono i panni di Flux Dabes, un camionista galattico il cui ultimo carico è stato dirottato da un essere bluastro di nome Hewgodooko che, come se non bastasse, lascia il protagonista nel bel mezzo di un pianeta alieno insieme al suo fidato amico robotico. Da lì in poi se la dovrà cavare da solo, esplorando ogni anfratto, cacciando la fauna e sfruttando le varie risorse nella maniera più creativa possibile.

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Si va dal costruire ripari, con tanto di addobbi, ad armi e armature, utili nei combattimenti contro i mostri. Così come sono assenti tutte le meccaniche tipiche dei survival, come la necessità di mangiare o dormire, allo stesso modo manca un vero e proprio sistema di leveling del personaggio. La crescita è infatti relegata alla rarità dei materiali che si riescono a recuperare durante l’esplorazione, i quali consentono di assemblare mazze, spade, gambali, guanti e quant'altro sempre più potenti.

Interattivamente parlando, Crashlands si gioca con i tap mirati. Dallo spostamento agli attacchi, tutto è gestito tramite semplici tocchi a schermo. I combattimenti, tuttavia, sono molto movimentati, talvolta anche fin troppo, poiché i pattern dei colpi dei nemici prevedono un’area specifica di azione, cosa che spinge il giocatore a muoversi continuamente per evitare ingenti danni.

Sarete quindi invitati ad effettuare tocchi repentini per attaccare e schivare, specie quando ci si scontra con più nemici, e nelle situazioni più concitate si tende ad avere una certa confusione a schermo, domabile ma pur sempre fastidiosa a volte.

Meglio delle barzellette

Le varie battaglie e la raccolta (e creazione) di oggetti sono incentivate da un sistema di missioni molto intuitivo, supportato da situazioni, personaggi e dialoghi davvero fuori di testa. Non aspettatevi dunque tematiche enigmatiche e tetre, quanto piuttosto un humor davvero delizioso, purtroppo erogato con testi esclusivamente in inglese.

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Anche la modalità di costruzione è intuitiva e ben strutturata: con un pulsante è possibile richiamare il menù di edificazione la cui peculiarità è la sua estrema semplicità di utilizzo.

In due schede differenti sono collocati rispettivamente i mobili e le piattaforme di appoggio. L’aspetto sorprendente è che queste ultime possono essere utilizzate sia come terreno per posizionare gli stessi mobili, o addirittura per completare alcuni enigmi ambientali.

Tutto ciò che vi abbiamo descritto è solo una infarinatura di quello che vi aspetta in Crashlands, un titolo che vive in un perenne equilibrio tra il classico gioco di ruolo a missioni e l'esperienza di crafting accomodante, contestualizzato in un universo stilisticamente adorabile e vivacissimo, dove il giocatore è spinto all'esplorazione dal piacevole, e sano, senso della scoperta.

È una gioia giocarlo, è una letizia per gli occhi, e l'immensa offerta contenutistica valorizza al meglio i circa cinque euro necessari per possederlo nella propria collezione virtuale di giochi mobile.

Giudizio Finale

Butterscotch Shenanigans ci ha messo il cuore, e la sua ultima fatica è un enorme mondo da vivere, pieno di personaggi strampalati e cose da fare. Che siate o meno amanti del genere non ha poi così tanta importanza: concedetegli il beneficio del dubbio.

Perché? Semplice: Crashlands è bellissimo. Ecco perché.

PRO CONTRO
  • Enorme
  • Sistema di gioco gratificante
  • Profondità ben esplicata all'utente
  • Design del mondo assurdamente spettacolare
  • Solo in inglese
  • Piccole mancanze nell'interfaccia
  • Talvolta i combattimenti sono un po' confusionari

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