Telegram ci spiega l'attacco DDoS

Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
Telegram ci spiega l'attacco DDoS

Se utilizzate Telegram, probabilmente sarete a conoscenza che lo scorso weekend il celebre servizio di messaggistica ha subito un attacco DDoS. L'attacco non si è ancora concluso e in alcune zone di Sud Est Asiatico, Oceania, Austrlia e India ci sono ancora problemi di connettività.

Per questo motivo il team di Telegram ha pubblicato un post sul blog ufficiale in cui spiega quel che sta succedendo. Partendo dalla sigla, qualora non lo sapeste DDoS sta per Distributed Denial of Service e indica un tipo di attacco in cui migliaia di computer (controllati da bot) inviano continuamente richieste di connessione, rallentando e quindi bloccando i server.

Nello specifico, Telegram è stata vittima di un tipo di attacco DDoS relativamente nuovo chiamato Tsunami SYN flood, che ha portato 200 Gbps di traffico dati inutile. L'attacco è stato particolarmente difficile da respingere a causa della sua natura: è stato molto distribuito ed è partito da un centinaio di server infetti, ognuno dei quali ha portato non più del 5% di traffico.

Inoltre, il fatto che sia avvenuto durante il weekend non ha certamente aiutato.

Non è ancora chiaro chi siano i mandanti, ma nel post si legge che l'ipotesi più probabile è che dietro l'attacco ci sia una società rivale. Nello specifico, è stato comunicato che l'attacco è stato coordinato dall'Asia orientale e che nelle ultime due settimane c'è stato un grande incremento di iscrizioni provenienti dalla Corea del Sud. Questo confermerebbe le accuse del CEO Pavel Durov, che su Twitter additava LINE come responsabile, ma nel blog non viene nominata esplicitamente alcuna società.

LEGGI ANCHE: Telegram accusa LINE per l’attacco DDoS, e non solo (e si vanta dei suoi numeri)

ogni caso, Telegram assicura che nonostante l'attacco il servizio è rimasto online per il 95% degli utenti e, non potendo rivelare molto altro per la segretezza delle informazioni, assicura di essere al lavoro per riportare la situazione alla normalità.